Ho iniziato a fotografare intorno ai 18 anni, adesso ne ho un po’ di più, inizialmente e fino all’avvento di internet ho sempre fatto vedere le mie foto solamente allo stretto ambito famigliare e a qualche amico. Ho iniziato con l’analogico, non avevo alternatve, e continuo. Poi, utilizzando la rete, ho cominciato a caricare le mie foto su siti di comunità fotografiche sul Web, per fare le cose in grande subito un sito internazionale, ho attivato relazioni con altri utenti, per lo più italiani, con alcuni ci si sente ancora. Dopo qualche tempo trasferimento di gruppo su altro sito internazionale: usefilm con conseguente allargamento delle relazioni. Partono i primi raduni: Milano (2004), Modena (2005), Cagliari (2005), Verona (2005), Torino (2006). In questa atmosfera di comunità, con alcuni amici fotografi, fondiamo “il M.A.O.”: Movimento Analogico Oltranzista, tutti gli affiliati continuano, indefessi, ad acquistare pellicole in bianco e nero sorreggendo abbondantemente le sorti della Ilford, addirittura qualcuno osa cimentarsi con il banco ottico o si compra una Rollei biottica costruita lo stesso anno della sua nascita. Si respirano gli effluvi dei chimici rintanati nei bagni, di notte, sperando che il reso della famiglia vada a letto presto. Il Rodinal va a ruba, si scandagliano i fondi di magazzino dei negozi fotografici. Appena stappato il Rodinal ha quel “profumo” inebriante.
Non esiste un atto costitutivo del Movimento e nemmeno un codice etico (va molto di moda oggi), ma noi siamo demodè, unica consegna imperativa, usare macchine a pellicola e preferibilmente in bianco e nero, si tollerano le pellicole a colori. Non si possono citare gli appartenenti al movimento, si vive in clandestinità. Si comunica spedendo messaggi in bottiglie di Rodinal d’annata che il più delle volte non arrivano a destinazione. Le occasioni di incontro tra gli aderenti sono rare e segretissime, a volte consentono di produrre scatti fantastici che non vengono resi pubblici, la morsa digitale potrebbe fagocitarli.
Viva il MAO
RispondiEliminaApprezzo vivamente l'anonimato
RispondiEliminaHo letto con interesse...
RispondiEliminaSusanna
l'oriente è monocromatico.... ;-)
RispondiEliminatroppo forte
Bella ed ironica storia del M.A.O., in cui mi riconosco in tutto, solo che personalmente per i messaggi preferisco le bottiglie da 1 litro di Ultrafin Plus della Tetenal, quelle dell'R9 One Shot da 125 cc sono troppo piccole per un logorroico come me.
RispondiEliminaMi ha fatto piacere leggerti.
Un saluto,
Fausto