lunedì 4 luglio 2011
Le due storie
Queste due fotografie hanno diverse cose in comune: sono entrambe in bianco e nero, ritraggono persone e appartengono, grosso modo, alla stessa epoca, hanno quasi la stessa dimensione, ma la loro provenienza e’ diversa, almeno il loro giungere a me ha seguito strade diverse.
Una l’ho ritrovata all’interno del portafoglio di mio padre, l’altra l’ho recentemente acquistata su una bancarella ad un mercato dell’antiquariato. Un altro punto in comune: ora appartengono allo stessa persona.
L’elemento che mi piacerebbe analizzare e’ la storia dei personaggi ritratti.
In generale le fotografie servono a documentare, rappresentare e illustrare avvenimenti, sensazioni, stati d’animo, fermano un momento della vita. Spesso, però, viene dimenticata la storia che le immagini possono evocare a chi conosce la persona, in questo caso, e l’indifferenza che incontrano nei riguardi di chi non ha memoria della persona ritratta
Una delle persone ritratte nelle immagini che propongo e’ a me conosciuta, l’altra no, eppure entrambe hanno avuto una storia, una vita, un percorso, una rimane viva nei ricordi, l’altra cade nell’oblio.
In questo contesto, la storia della persona conosciuta ha una memoria, l’altra si e’ persa.
La prima foto e' della mia nonna Marietta (Maria), non era tanto alta, la mamma di mio papa', una donna molto vitale, arzilla, generosa e affettuosa. Aveva due occhi molto belli sempre attenti.
La seconda foto....., rischierei di fermarmi qui, vorrei darle una storia e non lasciarla ammuffire in un cassetto: Piero, lo zio di Armando, il vicino di casa quando abitavo a Reggio Emilia, la foto risale a quando il Caporale Piero faceva il militare, ha fatto gli ultimi 6 mesi di guerra, poi e' tornato a casa, per fortuna.
La Nonna faceva dei buonissimi capeletti, per Natale tutta la famiglia si ritrovava a casa sua, era una gran festa, il pomeriggio della vigilia ci portava, noi nipoti, a vedere un grande Presepio.
Piero e' tornato in fabbrica a fare l'operaio alle Reggiane e raccontava spesso ad Armando di quando era in guerra e guidava i camion, in pochi a quei tempi avevano la patente.
Forse ho dato una storia alla seconda foto. Vai Piero e vai nonna Marietta.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Sono letteralmente rimasta incantata dal tuo racconto che, in effetti, offre molti spunti di riflessione...
RispondiEliminaGrazie, Enrico,
Susanna
hai intrapreso un gioco affascinante con queste due foto, un gioco al quale indulgo anch'io quando mi capitano sotto mano scatti particolari. aggiungo che questo gioco di immaginazione e contaminazione di ricordi è per me una cosa recente (qualche anno). sarà l'età che avanza....
RispondiEliminabel post
ciao!!!
Che bella storia Enrico.
RispondiEliminadopo aver curiosato fra queste pagine e dopo aver apprezzato tutti i tuoi ritratti (occhi incredibili) qui mi soffermo con il cuore e mi emoziono...questi documenti hanno lasciato solo una traccia del loro vissuto ma raccontano ugualmente molto, li hai presentati con delicatezza e sentimento...scusa se mi sono intruffolata, ho osato pur non conoscendoti, ma penso che tutti gli esseri umani siano legati da uno stesso filo conduttore...la vita
RispondiEliminaciao angy
Nessuna scusa annamaria, ci mancherebbe, mi fa piacere ti abbia intrattenuto questo mio post.
RispondiEliminaGrazie per la visita.
Ciao.
enrico (ventrix)